Ultima modifica: 28 Marzo 2025
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A scuola si risolvono i casi giudiziari: gli studenti di Rodari e Copernico alle prese con l’istruzione di un processo nell’ambito di un progetto nazionale

 

Il progetto si intitola “Ciak… un processo simulato per evitare un vero processo” ed è giunto alla sesta edizione. L’obiettivo è far comprendere ai giovani quanto possa essere sottile il confine tra la legalità e l’illegalità, tra una bravata e un capo di imputazione, tra un comportamento che può apparire banale e il rischio di una denuncia


 

 

Il giudice, il pubblico ministero e gli avvocati con tanto di toga e codice penale a portata di mano, l’imputato, la persona offesa, i testimoni obbligati a dire la verità: tutti in una vera aula di tribunale, attori di un processo minorile ricostruito fedelmente, passaggio dopo passaggio, prendendo alla lettera il codice di procedura penale. Si intitola “Ciak… un processo simulato per evitare un vero processo” il progetto che anche quest’anno, per la sesta volta, è entrato nelle scuole superiori di tutta Italia con l’obiettivo di far comprendere ai giovani quanto possa essere sottile il confine tra la legalità e l’illegalità, tra una bravata e un capo di imputazione, tra un comportamento che può apparire banale e il rischio di una denuncia.
Sono ventidue in tutta la Toscana e due a Prato – Copernico e Rodari – gli istituti che hanno aderito all’iniziativa che punta a promuovere l’educazione, il rispetto e la cittadinanza attiva. Gli studenti, quest’anno, sono chiamati a ‘portare in scena’ due casi giudiziari: il suicidio di una ragazzina vittima di violenza sessuale e protagonista, a sua insaputa, di un video a luci rosse finito in rete, e lo spaccio di droga in una palestra con un ragazzino che, sotto l’effetto degli stupefacenti, provoca un incidente con conseguenze gravissime. I copioni sono già allo studio e a seguire lo sviluppo del lavoro degli studenti toscani ci sono due formatori: Giuseppe Sozzo e Maria Grazia Galletta, entrambi giudici onorari.
A fine percorso il processo simulato sarà davvero celebrato e tutti gli attori avranno un ruolo nella definizione della causa dall’inizio fino alla sentenza, passando per l’istruttoria e la discussione. Sono gli insegnanti a stabilire chi ricoprirà questa o quella veste e ciascuno dovrà calarsi il più possibile nella parte per rendere veritiero il processo. Ecco che sarà importante non soltanto studiare il caso, ma anche i tecnicismi e le regole che governano un procedimento penale minorile.
Un processo simulato per evitarne uno vero: la linea di demarcazione tra cosa è legale e cosa non lo è, talvolta può essere molto labile. L’obiettivo è fare in modo che i giovani imparino ad assumere responsabilità e a riconoscere il rischio che un’azione percepita come innocua possa invece sfociare in guai con la giustizia.
Il progetto è organizzato sotto forma di concorso con la premiazione delle scuole che risulteranno vincitrici. (nadia tarantino)

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